Tempo di bilanci in casa Grosseto

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La sosta natalizia della Serie B è l’occasione per fare un piccolo bilancio sul campionato disputato fin qui dal Grosseto, tenendo anche conto che il girone d’andata è ormai agli sgoccioli (ultimo turno il 6 gennaio, in notturna, contro il Livorno) e tentando di lasciare da parte, almeno per un momento, la brutta vicenda del calcioscommesse. Nelle 20 partite fin qui disputate, il Grifone, tra alti e bassi, è riuscito a conquistare 28 punti, un buon bottino che gli permette di essere in piena lotta play off a soli due punti dal 6° posto, occupato attualmente dalla Reggina.
Si direbbe che il filo conduttore di questo girone d’andata sia stato senza dubbio la  discontinuità, tanto dal punto di vista dei risultati, con buone prestazioni e grandi risultati (vedi le vittorie contro Verona, Padova e Pescara e i punti di Reggio e Genova) ma anche con partite deludenti e brucianti sconfitte (come contro Cittadella, Sassuolo, Varese e Juve Stabia), quanto dal punto di vista dei tecnici, con 3 avvicendamenti in panchina. E dire che la stagione sembrava invece essersi avviata sulla strada dell’equilibrio, con 7 risultati utili nei primi 7 turni: la partita contro l’Ascoli, con il gol del pareggio subito all’ultimo tuffo, è probabilmente stata un punto chiave per la stagione del Grosseto che da quel momento non ha più saputo trovare quella regolarità che serve per stare nelle zone altissime della classifica. In generale, comunque, si può sicuramente considerare questa prima parte di stagione in maniera positiva, ripensando anche al Grosseto dello scorso campionato che, partito coi favori dei pronostici, navigava, di questi tempi, in acque pericolose. Certo, per ambire a traguardi importanti, sarà necessario, nel girone di ritorno, riconquistare quella compattezza casalinga dimostrata nelle prime partite, pur senza perdere lo smalto delle ultime prestazioni esterne. Il difficile compito di trovare il giusto equilibrio è adesso nelle mani di Viviani che ha a disposizione, proprio grazie alla sosta, del tempo per entrare nel migliore dei modi nell’ambiente e per dare una propria impronta alla squadra, magari aiutato anche da qualche buon innesto.
Venendo ai singoli, sicuramente questa prima parte di campionato è stata segnata dai gol di Sforzini e dalle prestazioni dei giovani. Se Caridi era una certezza, se Olivi aveva già dimostrato il suo valore in tanti anni di B, se non c’erano dubbi che la carica di Consonni non si affievolisse, non si conosceva, invece, il valore di giocatori come Ronaldo e Padella, autentiche piacevoli soprese, e si potevano nutrire dubbi a proposito del rendimento realizzativo del numero 32 biancorosso, che storicamente aveva sempre fatto fatica nelle prime parti di stagione. Il centrocampista brasiliano, arrivato in sordina a fine luglio tra lo scetticismo generale e mai utilizzato fino agli ultimi minuti della partita di Marassi, ha dimostrato di essere in crescita partita dopo partita e di sapere gestire sia la fase difensiva, con grinta e tenacia, sia quella offensiva, con ordine, coraggio e personalità. Emanuele Padella ci era stato presentato, invece, come uno dei migliori  difensori della Lega pro della passata stagione ma occorreva testare la sua efficacia anche nel campionato cadetto a cui, data anche la giovane età, non si era mai affacciato. Il centrale romano ha ampiamente superato la prova, dimostrando di valere la categoria e, chissà, di avere in futuro anche chances di sfondare nella massima serie. Tra i giovani da non dimenticare anche Marco Crimi, che ormai non è più una sorpresa e che per la consapevolezza con cui gioca a volte si fa fatica a considerare un giovane, e Luca Antei che, nonostante sia forse ancora un po’ acerbo, dimostra di avere buone potenzialità. Quanto a Sforzini, quest’anno ha dimostrato come svolgere la preparazione estiva con continuità e con la squadra con cui si andrà a giocare in campionato sia di assoluta necessità. La  fiducia dell’ambiente, il buon finale dello scorso anno e le grandi qualità tecniche hanno fatto il resto trasformandolo in uno dei leader indiscussi della squadra e in uno dei migliori bomber della serie B. Voti positivi anche per Alfageme, finalmente concreto, Mancini, che per quel poco che si è visto ha mostrato spunti interessanti, e Narciso, mai in discussione.
Naturalmente ci sono delle note dolenti anche dal punto di vista dei singoli. Paolo Zanetti forse è colui che ha deluso maggiormente le aspettative dei tifosi grossetani ed è forse la prova che un bel curriculum non sempre fa la differenza. Nonostante la sua grande esperienza e il suo indubbio valore tecnico, non ha saputo ritagliarsi un ruolo decisivo nella compagine biancorossa e la sua permanenza dopo il mercato di gennaio è poco probabile. Stesso discorso vale per Bianco che cercava il rilancio dopo una stagione difficoltosa tra Sassuolo e Frosinone e che invece è ormai caduto nel dimenticatoio, soprattutto dopo la disastrosa prova contro il Varese. Al di sotto delle aspettative anche Mancino che, arrivato dal Siracusa con tanti giudizi positivi a precederlo, dopo un inizio di campionato non del tutto negativo, si è un po’ perso e non è risultato decisivo quanto ci si potesse aspettare. L’ultima prova di Empoli, sebbene subentrato, lascia intravedere spiragli di miglioramento e quello che tutti si augurano è che ciò che di buono è emerso arrivi ad essere la normalità. Capitolo a parte meriterebbe Angelo Iorio. L’anno scorso è stato uno dei pochi a salvarsi nella brutta parte iniziale di campionato e il suo valore non è in discussione. Probabilmente, però, l’infortunio e il lungo recupero l’hanno frenato più del dovuto e non ha saputo riconquistarsi un posto da titolare, incappando anche in episodi sfortunati come l’autogol di Torino. Padella e Olivi, se in forma, sembrano la migliore coppia di centrali possibile ma al momento gli viene preferito anche Antei e Iorio, di fatto, è il quarto centrale in ordine di gerarchia. Bisognerà vedere se il giocatore accetterà questo ruolo di riserva o se preferirà provare a cambiare aria alla ricerca della forma perduta.

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