ORBETELLO- LucaTeglia interviene sulle problematiche della laguna.

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ORBETELLO- Luca Teglia dicela sua su quanto accaduto nella laguna di Orbtello. In questi giorni purtroppo, stiamo assistendo a un disastro ambientale sulla laguna di Orbetello, che non avveniva da più di 20 anni e ciò mi ha portato degli interrogativi ai quali non ho saputo rispondere.
Per questo mi sono voluto documentare chiedendo notizie all’ex commissario straordinario della laguna di Orbetello Rolando Di Vincenzo, il quale mi ha risposto in modo suo solito “autoritario”, leggiti il libro che ho pubblicato nel 2006, curato dal professor Antonio Ludovico e finanziato da imprese locali, perché per il momento sono talmente addolorato che non me la sento di parlare di tutto ciò.
Pertanto mi sono riletto quel libro che tutti i cittadini di Orbetello hanno ricevuto (e invito a rileggersi). Dalla lettura del libro, si apprende che dalla laguna sono spariti i vari nutrienti (leggi concimi) delle alghe, provenienti dai depuratori dei campeggi locati tra l’Osa e l’Albegna, dai tre campeggi sulla Giannella e dalla lottizzazione Salati, è stato tolto il depuratore di Albinia, quello di Neghelli, ed è stato completato e messo in funzione quello di Terra Rossa. Sono stati inoltre ridotti, i nutrienti provenienti in laguna dagli impianti di acquacoltura.
Naturalmente leggendo questi dati, tutti comprendono che è stata tolta dalla laguna quella concimazione quotidiana, pertanto la flora algale è notevolmente diminuita.
Nonostante ciò il commissario Di Vincenzo ha continuato la raccolta delle alghe cosi come avveniva con i precedenti commissari (Sen. Minucci sindaco di Orbetello e ass. reg. Ginanneschi). Tale operazione è stata proseguita anche dalla regione Toscana negli anni 2013-2014.
Continuando la lettura del libro, tra le altre cose si nota, che la rete di monitoraggio delle alghe lagunari, rilevava costantemente parametri relativi allo stato di qualità delle acque, sia della laguna di levante che di ponente. Tali dati venivano quasi costantemente verificati dall’ARPAT (Agenzia regionale per la protezione della Toscana) e integrati con la rilevazione dei venti insieme all’ossigeno disciolto e alla salinità.
Oltre a quanto sopra è stato costituito in laguna un modello idraulico da parte de consorzio di ricerca di Pisa con la supervisione del professor Pierluigi Amenti.
Lo studio, dopo attenti modelli idrodinamici sui venti, sulle acque, sui fondali e sulla diga ha confermato che la condizione ottimale per mantenere un equo equilibrio in laguna, tra qualità delle acque e l’ossigenazione delle stesse, era quello di continuare il pompaggio delle acque da Fibia e da Nassa, con fuoriuscita da Ansedonia.
Ed è su questo indirizzo, che è stato rafforzato il sistema di circolazione delle acque, che tramite l’istallazione di apposite idrovore al posto dei precedenti acceleratori di flusso (istallati a metà degli anni 90).
Inoltre è stato installato ad Ansedonia uno sgrigliatore automatico con la funzione di non permettere la fuoriuscita delle alghe a mare. Da Fibia e Nassa venivano emessi in laguna oltre 1 milione di metri cubi giorno di acqua di mare con temperature più basse e più ricca di ossigeno e circa altrettanti ne uscivano ad Ansedonia. Quest’operazione dava un leggero innalzamento delle acque in laguna, che non arrecavano danni ai terreni circostanti, in precedenza già danneggiati dalla salinità (leggi pineta di Feniglia e la zona di casa Brancazzi).
Considerando che se tutto ciò è stato fatto anche quest’anno (nei modi e nei tempi), come in precedenza dalla regione Toscana (2013-2014) e prima ancora dai precedenti commissari.
Quanto è avvenuto questi giorni in laguna, era irreparabile, diversamente ne dovranno essere spiegati i motivi e assumersene le responsabilità.

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