Rally dei Faraoni: la prima volta dei grossetani Biondi e Grechi

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Di Massimo Galletti

Grosseto. Non c’è stato solo il Rally dei Faraoni del veterano Stefano Turchi, ma anche quello di Luca Grechi e Tommaso Biondi, che a differenza del grossetano erano alla loro prima esperienza sulla sabbia del deserto egiziano. Di Stefano Turchi e dei suoi risultati sappiamo tutto. Cosa che non è stato così per i due piloti maremmani, che alla loro prima partecipazione, sono riusciti a portare a termine il Rally dei Faraoni 2014, arrivando a tagliare il sospirato traguardo sotto le Piramidi. In realtà Luca e Tommaso sono due piloti che amano correre per divertimento. Hanno qualche esperienza motociclistica alle spalle, ma sono completamente a digiuno, per quello che riguarda le gare africane, insidiose, impegnative e complesse nel suo insieme. Biondi, svolge la professione di farmacista all’Ospedale di Grosseto. Grechi è conosciuto più come costruttore edile, ma per tutti e due la loro partecipazione alla “Race Africa” è stata una esperienza indimenticabile.
“L'idea nata dalla passione e alimentata dall'amicizia con l'esperto Stefano “Cinghiale” Turchi" racconta un entusiasta Biondi “Ha reso necessari cinque mesi di intensa preparazione ed organizzazione, con uno sforzo anche superiore al previsto. L'avventura in Africa è andata oltre ogni aspettativa con il suo carico di emozioni e di adrenalina. Ci si trova immersi in un atmosfera da competizione mondiale fatta di fratellanza tra piloti che altri sport neanche si sognano. Il grande campione o il principe arabo vincitore della Dakar, ti vengono a stringere la mano prima della partenza. Se hai problemi per strada o sulla pista, nessuno si sogna di passare da lì senza fermarsi, se non alzi il pollice ad indicare che è "Tutto ok". Sei comunque da solo a fare oltre 2000 km di terreni a te sconosciuti , cercando di orientarti , di dosare le forze, con la tua "Andatura da mondiale" perché è vero che l’obbiettivo è arrivare, ma sta sempre correndo una gara del mondiale. E alla fine c'è il Cairo. Dalla strada dove transita il traffico infernale della grossa metropoli, ti aprono una porticina laterale che accede alla piana di Giza e in lontananza cominciano a definirsi i contorni delle piramidi. L'emozione cresce, la gioia del sogno realizzato si mischia col fascino dell'antico Egitto e alla fine l'arco del traguardo. I fotografi, le congratulazioni. Non c'è prezzo per tutto questo” Tutti dovrebbero provare ad inseguire il loro sogno” ribadisce Luca Grechi, quando parla sue emozioni. “E’ stata una fantastica avventura, con esperienze da cardiopalma, tutto veramente indimenticabili. Dai sentieri rocciosi che ti avvolgono con la loro maestosità, al pieno deserto con la bellezza unica delle sue dune, dove ti rendi conto dello spazio infinito. Hai tramonti indimenticabili per la loro unicità, con i bivacchi alla sera pieni di colore e calore. Sono soddisfatto di quello che ho fatto. Sono arrivato al traguardo e questo è la cosa più importante. Peccato per l'episodio accaduto nella prima tappa, dove per un errore dei cronometristi mi hanno relegato in ultima posizione costringendomi a partire il giorno dopo, nella seconda tappa per ultimo. Considerate che la partenza della tappa era alle 6.00 del mattino, con 250 km di trasferimento, mentre la partenza della speciale era alle ore 11.00. Con oltre 350 km di deserto da affrontare nelle ore più calde con temperature intorno hai 50 gradi, riuscire a partire tra i primi, invece che per ultimo, mi avrebbe sicuramente aiutato. Vuoi per il caldo, con conseguente disidratazione, ma anche per un po’ di nervosismo per l’ingiusta penalità inflittami, sono caduto e mi sono stirato un adduttore della coscia. Pian piano, comunque, stringendo i denti, sono riuscito a risalire la classifica arrivando 12° in classifica generale assoluta. Questa è stata la mia vittoria più grande”
Massimo Galletti

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