Massimiliano: 100 fischi su un prato verde di Ivano Moretti

Di Ivano Moretti

I centenari si festeggiano. Nella vita, nella storia, nello sport. Dunque, anche le 100 presenze di un arbitro. Testimonianza di  un impegno protrattosi nel tempo. 100 volte esposto. Al ludibrio delle genti, spesso. Raramente, magnanime, alla loro indifferenza. Un eventuale apprezzamento? Non pervenuto. Regolatore della bizza, dell'esuberanza, dell'estro, del mestiere di scarsi, dotati, fantasisti, filibustieri. Un lungo viaggio nella solitudine. Il decidere rende soli. L'uomo che non deve dubitare mai. Uno contro tutti. Mantenersi vivo, camminando sul filo. Non una volta per sempre. Troppo facile! Volta per volta per 100 volte. Un traguardo qualificante. Un misto di fedeltà, dedizione, affidabilità. Orgoglioso di esserci. Ancor di più movendo dall'ignota ed ignara periferia dell'impero. 100 e non doverle sentire. Non bastano, per assicurarsi il futuro. Devono essere un fardello gentile. La sfida continua. Il futuro è oggi. Va assoggettato ora. Non puoi fallire, pena un'acerba dismissione. Non c'è riconoscenza, né poesia. Non c'è un cimitero degli elefanti in cui gigioneggiare. Allora stai. Sempre al massimo. Dentro o fuori, come un pallone sulla linea. In bilico fra trionfo e tonfo. E dire che un uomo che fischia è associato alla spensieratezza, alla leggerezza! 100 volte in B e non solo. Non un francobollo o una moneta celebrativa. Basta un applauso. Di stima.