Giacomarro, una favola durata sei mesi

E’ durata sei mesi (5 agosto-8 febbraio) la favola di Domenico Giacomarro, una favola che si è conclusa nel peggiore dei modi. Il tecnico siciliano, infatti, dopo il capitombolo interno contro il Rieti è stato esonerato dall’incarico di allenatore. Un epilogo che solo qualche settimana fa sembrava impossibile. Invece il mondo del pallone riserva sempre delle sorprese. Dal calcio champagne, dal primo posto in classifica, all’esonero: tutto nel giro di pochi mesi. Giacomarro si è presentato al pubblico maremmano con uno schema a rischio (3-5-2) soprattutto in serie D, e con una squadra completamente nuova e costruita per attuare lo schema. Nonostante tutto i risultati sono subito arrivati, forse, anche prima del tempo previsto, con un piccolo neo: troppi palloni sono finiti nella porta biancorossa. Un campanello d’allarme che veniva messo a tacere dai tanti palloni finiti nelle porte avversarie. Una regola fondamentale nel mondo del calcio, che tra l’altro non è stata mai smentita, è questa: alla fine vince chi prende pochi gol. Giacomarro, però, è andato dritto per la sua strada, non ha mai pensato di modificare il suo schema peccando, forse, di presunzione in questa decisione. E mentre le giornate passavano il collettivo biancorosso ha cominciato a dare segnali di sofferenza sui quali, d’altra parte, si basavano alcune critiche della società biancorossa. Mentre gli avversari crescevano, i giocatori biancorossi calavano sia nelle gambe che nella testa dimostrando una notevole mancanza di personalità e fallendo tutti gli obiettivi importanti. L’aria e l’atmosfera che si respiravano all’inizio nello spogliatoio, nel frattempo, sono evaporate. Non c’era più quel clima familiare che ha fatto da collante per tanti mesi. Ora Giacomarro non c’è più, ma le distanze in testa alla classifica per l’Fc Grosseto del presidente Max Pincione si sono allungate in maniera considerevole. Non c’è nulla di irreparabile, ma la situazione, per la vittoria finale, si è fatta sempre più complicata.
Paolo Pighini