I RISULTATI DA TORINO E LA SCONFITTA DI ANDREA DI LUISA

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Organizzata perfettamente, come è usanza per Rosanna Conti Cavini e il suo staff, la riunione del Palasport “le Cupole” di Torino si è svolta in maniera che ha dato grande soddisfazione non solo agli atleti ma anche e soprattutto al numerosissimo pubblico che è stato uno dei protagonisti attivi della manifestazione. Del resto Torino ha una grande tradizione in fatto di pugilato e gli appassionati non hanno mancato di dare il loro contributo. Pur nell’assenza di Umberto e Rosanna Conti Cavini, impegnati in contemporanea a Pontedera a seguire il match per il titolo dell’Unione Europea dei supermedi di Andrea Di Luisa, lo staff della promoter internazionale è stato degnamente rappresentato da Fabrizio Corsini, direttore sportivo dell’organizzazione e marito della manager Monia Cavini, che gestisce Benoit Manno, Antonio De Vitis e Luca Bersano, protagonisti della serata, oltre che da Patrizia Contri, delegato provinciale di Grosseto della Fpi.

Prima del programma professionistico della serata, tutto composto da atleti italiani, sono andati in scena cinque bellissimi incontri dilettantistici, tre valevoli come semifinali dei campionati regionali e due finali. In un prossimo comunicato proporremo i risultati dei match. Il programma professionistico è iniziato con un interessante match all’altezza dei pesi gallo tra il piemontese Luca Bersano, da poco entrato nel team della manager Monia Cavini, e Gianluca Mancinelli. Sei riprese tirate ed equilibrate, che hanno giustamente visto un verdetto finale di parità che lascia ancora imbattuto il curriculum di Bersano, che prosegue così la sua strada verso il titolo italiano di categoria. Di grande interesse era dato anche sul match tra i superpiuma tra il già pluricampione Antonio De Vitis, brindisino che per molti anni ha vissuto e lavorato a Savigliano, e l’esperto Fabrizio Trotta. Per De Vitis sarebbe un impegno serio e importante in vista di una chance europea che non dovrebbe tardare ad avversarsi se non che proprio alla prima ripresa uno scontro di teste ha provocato una vasta ferita nella fronte del pugile di Monia Cavini, facendo propendere l’arbitro per lo stop e la giuria per il verdetto di “no contest”.

Era ora del match clou della serata, il vacante titolo italiano dei superpiuma tra Benoit Manno, ragazzo torinese allenato da Bruno Vottero e amministrato da Monia Cavini, e il laziale Luigi Mantegna. Per Manno la prima grande opportunità di una carriera ancora all’inizio. E il match è andato certamente molto al di là delle non rosee aspettative della vigilia, rivelandosi invece molto bello e tirato, con Manno che ha mostrato tutte le sue qualità ma con un Mantegna che certamente non ha fatto la vittima designata, rispondendo al più forte avversario per ciò che ha potuto. Il vasto pubblico di Torino ha apprezzato così un match di alto profilo, in cui nel nono e penultimo round Manno ha anche atterrato l’avversario, scegliendo poi di amministrare l’ultima ripresa e arrivare vittorioso al gong finale, con i tre cartellini dei giudici che dicevano due volte 100-89 e un 99-91. Per Manno una bella vittoria e per l’intera organizzazione Conti Cavini il quinto titolo italiano dopo quelli di Laganà, Di Micco, Nicchi e Di Luisa.

Proprio Andrea Di Luisa è stato invece sfortunato nel match valevole per il titolo dell’Unione Europea dei supermedi in quel di Pontedera, uscendo sconfitto per getto della spugna all’inizio del dodicesimo e ultimo round contro il locale tosco-senegalese Mouhamed Alì Ndiaye. Un match di straordinaria intensità e spettacolarità in cui Di Luisa non ha certamente demeritato ma in cui si è dovuto scontrare con la fisicità e i pugni pesantissimi dell’avversario. Un incontro che per le prime due riprese aveva visto proprio Di Luisa mettere dei buoni colpi poi, dopo una terza ripresa interlocutoria a favore di Ndiaye, il quarto periodo iniziava bene per il napoletano di Viterbo, con l’arbitro Barrovecchio che ammoniva ufficialmente l’avversario per comportamento non regolamentare. Ndiaye però pizzicava al corpo Di Luisa che veniva contato, quindi c’era un richiamo ufficiale anche per quest’ultimo per proteste. La quinta ripresa vedeva un inizio tambureggiante di Di Luisa, sostenuto a gran voce anche da Rosanna Conti Cavini, però, proprio quando il viterbese cercava il colpo del knock down, Ndiaye gli esplodeva un terribile e improvviso gancio destro che lo metteva pesantemente al tappeto. Con la forza del coraggio e la lucidità del grande campione, Di Luisa si rialzava, subiva un altro richiamo ufficiale, ma era in grado di continuare. Dal sesto al nono round il match viveva di una lunga fase d’equilibrio, con Di Luisa che, nonostante i problemi e i piccoli ostruzionismi di Ndiaye, era ancora nel match, fino a che veniva di nuovo contato nella decima ripresa. Il calvario di un comunque coraggiosissimo Di Luisa continuava anche nell’undicesimo round, quindi all’inizio dell’ultima ripresa Ndiaye dava un’accelerata decisa e Michele Di Luisa, maestro del figlio Andrea, saggiamente propendeva per il getto della spugna. Alla fine, nonostante i veleni di una vigilia non certo tranquilla, Di Luisa signorilmente riconosceva la superiorità di Ndiaye, lo abbracciava lungamente venendo ricambiato nei gesti d’affetto, spegnendo così molto intelligentemente tutte le piccole e grandi polemiche. Nonostante la sconfitta Di Luisa resta un pugile dai grandi mezzi e dall’infinita generosità che potrà senz’altro riprendere una carriera che si è solamente fermata temporaneamente a Pontedera, magari difendendo ancora il suo titolo italiano.

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