Tre grossetani per la prima volta parteciperanno alla Marathon De Sable che si corre sulla sabbia del deserto

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Di Massimo Galletti

Grosseto. Si parte il 6 aprile alle pendici dell'altopiano del Marocco posto a 1330 metri di altezza nella località di Hourzazate – racconta il grossetano Guido Petrucci che insieme a Salvatore De Masi e Paolo Coli partecipa a quella che è considerata la corsa podistica più massacrante al mondo, che si corre in gran parte sulla sabbia del deserto – Non mi domandare perché lo facciamo – aggiunge subito Petrucci – forse è la voglia di mettersi alla prova e di alzare l'asticella sempre più in alto, oltre i nostri limiti. Per correre 240 chilometri in autosufficienza alimentare e non solo, tanta è la distanza della gara nei sei giorni di manifestazione in condizioni sempre estreme, i grossetani non saranno soli. Insieme con loro altri 1200 concorrenti provenienti da tutto il mondo. Ci stiamo alleando da oltre cinque mesi – spiega Petrucci, - correndo una media di 120 chilometri alla settimana sulla sabbia delle nostre spiagge. Abbiamo già preso parte alla Cento chilometri del Sahara a febbraio 2013, ma rispetto a questa competizione, quella era uno scherzo” Qui si corre con temperature che vanno da meno 5 gradi della notte a più 45/50 del giorno. Le prime tre tappe variano dai 35 ai 38 chilometri. La quarta sarà maratona di 42 e la quinta invece denominata tappa Unicef a favore dell'associazione internazionale sarà solo di 10 chilometri e sarà una passerella finale insieme a tutti i partecipanti. Gli “Ultra Trailer”, come si chiamano chi partecipa a competizioni di questo genere, dovranno essere forniti di uno zaino che dovrà avere un peso minimo di 6 chili. Più leggero sarà e meno si farà fatica a correre nel deserto. Il materiale è obbligatorio: si va dalla bussola, all'accendino, specchietto, fischietto con la pompetta per aspirare il veleno nel caso di puntura di scorpione che non è da escludere, ma che potrebbe verificarsi. Coperta termica, razzo di segnalazione e il trasponder che l'organizzazione fornisce ad ogni concorrente. Tramite il segnale gps segnalerà sempre la sua posizione attuale e potrà essere seguito durante la gara. L'organizzazione fornisce solo l'acqua che è razionata. Un litro e mezzo ogni 10 chilometri e dai tre ai cinque litri all'arrivo di ogni tappa. Si parte con 18000 calorie di alimenti a disposizione di ogni partecipante, che dovranno fornire le energie necessarie per tutta la gara. Durante le tappe ci si alimenta con barrette energetiche e carboidrati liquidi. La sera all'arrivo sotto la tenda berbera, completamente aperta si dorme su tappeti e si cucina cibi liofilizzati precedentemente preparati e reidratati con l'aggiunta di acqua, ma molto energetici. Ci preoccupano le alte temperature e il colpo di calore dovuto alla disidratazione e le vesciche ai piedi – ci confida ancora Petrucci – maglietta, pantaloncini, cappello con le tese laterali e tre paia di calzini e scarpette più larghe di un numero e mezzo. I piedi si gonfiano a dismisura, oltre alle ghette copri caviglie per la sabbia e gli occhialoni per eventuali tempeste di sabbia, questo è il materiale tecnico che abbiamo in dotazione. Spero di arrivare nei primi cento – conclude Petrucci. Per le oltre 45 ore di gara i tre grossetani sono stati seguiti dal massese Barghini vero esperto in questo campo e profondo conoscitore di tutti i segreti della gara, avendo partecipato più volte alla manifestazione. E poi tanta determinazione, tenacia e molta forza di volontà aggiungiamo noi, perché se non sono “Pazzi” poco ci manca.

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