Da oggi, un grossetano al vertice dell’atletica nazionale.

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Di Ivano Moretti

Alfio Giomi eletto presidente della FIDAL per il quadriennio 2013/16. Non ha primeggiato sulle piste o sulle pedane in cui cronometro e metro, oggettivamente ed una volta per tutte, definiscono le classifiche. Consacrano l’autentico talento. No, ha trionfato nella XLI Assemblea ordinaria nazionale. Ha conquistato il palazzo del governo. Si è introdotto nella stanza dei bottoni. Ha riscosso la fiducia dei delegati. Ha superato le resistenze dell’apparato forte di un radicamento maturato in due mandati. Ha neutralizzato convenienze. Rovesciato alleanze. Schivato fedifraghi. A contrastarlo l’ ex vice presidente vicario uscente. Una posizione di partenza dominante, quest’ultima. Lui, lontano da un decennio dalle poltrone che fidelizzano, ha corso da svantaggiato. Una condizione abituale per chi comincia l’avventura presentandosi come dirigente della società atletica “ Massimo Pellegrini” di Grosseto. Mai subita. Sempre ribaltata. Arrivano, così, gli Europei Juniores prima, i Mondiali Juniores poi. Può perfino capitare che sul far della sera del 18 luglio 2004, Grosseto, dicasi Grosseto, per un momento sia pienamente equiparabile a Pechino, sì, hai letto bene, Pechino e non Pachino, a cui passa, da pari a pari, il testimone dell’edizione 2006. Ieri come oggi, Alfio Giomi, interprete della voglia di rivoluzionare l’atletica, a dispetto dei pronostici, vince. Veggente illuminato. Visionario di successo.

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