La bella favola di Andrea Bergodi

Può sembrare una favola a lieto fine la storia di Andrea Bergodi, giovane ragazzo di Orbetello dalla gioia di vivere dirompente, dalle mille passioni tra le quali primeggia l’amore per il judo. Era una giornata di fine estate del 2011, ancora le giornate favorivano le uscite in motorino e Andrea non voleva perdere le ultime occasioni di luce, calore e colori della stagione prima di affrontare gli impegni scolastici oramai alle porte, purtroppo, la gita in scooter, non è andata bene, tradito da una curva affrontata mille volte senza problemi, del ghiaino sull’asfalto faceva perdere l’equilibrio al nostro giovane orbetellano che dopo essere caduto, sbatteva violentemente contro un albero; era grave Andrea, la disperazione dei genitori, degli amici e del suo maestro di Judo è stata grandissima, un calvario durato oltre un anno tra mille problemi, fratture, interventi chirurgici, immobilizzazioni ed estenuante riabilitazione. Non sorrideva più Andrea, pensava che tutto fosse diventato più difficile, che le sue passioni e la gioia alla vita si fossero affievolite ma, la tragedia vissuta, la sfortuna, le avversità, non avevano fatto i conti con la sua forza d’animo, con la tenacia, la caparbietà, il coraggio e la voglia di vivere oltre la norma, tipica di un judoka. Mercoledì 6 febbraio 2013, dopo un’assenza di 15 mesi diventata insostenibile, tra la commozione di tutti e stringendosi forte al suo maestro storico Remo Piro che dall’età di 5 anni (ne sono passati 14) lo segue con paterno affetto, ha indossato di nuovo il suo amato judogi.
Piccola grande storia che abbiamo voluto ricordare e fare conoscere a tutti perché possa essere di esempio a tutti gli adolescenti che forse troppo facilmente si arrendono alle avversità della vita cedendo a tentazioni e false promesse che rendono più difficile il cammino verso la costruzione positiva del loro futuro.